MEX RASNA THUI AME!

Gli Etruschi sono qui!

Sono tornati. Ma sono mai scomparsi davvero? Ne dubitiamo!

Quando si cominciarono a vedere in televisione ed al cinema le prime pellicole con trame che narravano di vicende storiche risalenti ai secoli poco prima e poco dopo Cristo, si chiamavano film fantastici, sandaloni, peplo.

Negli ultimi anni però si è andata accrescendo quella che è via via diventata una passione per migliaia di persone in tutto il mondo: la rievocazione storica e l’archeologia sperimentale al di là delle semplici manifestazioni a carattere folcloristico. Quindi si è sentito il bisogno di mettersi in comunicazione tra "interessati", quantomeno tra quelli a portata di mano e questo ha dato vita a gruppi che si conoscono tra loro e che condividono momenti di grandi cene intorno a un fuoco, di pochissimo sonno, di chiacchierate infinite, di gioco, di divertimenti, di travestimenti ma soprattutto di amore per la storia e per il proprio retaggio tanto da volerne riproporre vari aspetti nel modo piu’ fedele possibile..

L’obiettivo è quello di alimentare quel processo rievocativo la cui conclusione si chiama Ritorno Rasna.

Ci si basa su di un’idea semplicissima: integrare le forze con iniziative coinvolgenti per tutti gli appassionati di rievocazione etrusca con serietà ed allegria grazie anche all'entusiasmo di chi ha deciso di mettere a disposizione il proprio tempo per fare partecipe, motivare, aprire un dialogo con chi non sapeva di avere una passione in comune con tantissimi altri "amici".

Le idee semplici sono spesso le più efficaci. Lo dimostra il fatto ci si prefigge di diventare un punto di riferimento, principalmente nel Lazio, per tutti quegli appassionati che cercano un valido e significativo contributo, non solo accademico, nel campo della rievocazione storica del periodo prima di Roma.

Cosa offrire? Innanzitutto la propria immagine che cerca di essere il più fedele possibile sia nell’aspetto che nei materiali usati, ai dettami dell’epoca e poi la presentazione e la spiegazione di usi e costumi degli Etruschi con particolare attenzione alla vita quotidiana.

Una struttura capace non soltanto di gestire incontri e presenze ad eventi di varia natura (culturali, didattici ecc.), ma anche di portare avanti iniziative: poiché le vie della comunicazione sono praticamente infinite grazie anche all'uso di Internet, si possono avere informazioni in qualsiasi momento tramite la posta elettronica (ritornorasna@reborn.com) o consultando questo blog, in funzione dal mese di ottobre 2009 ed in ed in continua evoluzione oppure collegandosi alla nostra pagina su Facebook.
Appassionati che non si limitano ad «assistere», ma che vogliono mettere in atto e soprattutto condividere la propria fantasia con chi vuole e sa divertirsi in armonia col prossimo.

Ci sono molte strade per giungere a questo, ma con l’aiuto di Tinias se ne conoscono a sufficienza tanto da aiutare non pochi appassionati a percorrerle!


giovedì 24 dicembre 2009

Auguri!

Ancora una volta celebriamo la vittoria della luce sulle tenebre, del Dio del giorno sui padroni della notte.
Ancora una volta Sansone e' vittorioso su Dalila, Ercole trionfa su Onfale. Nell'abbraccio di
Iside, Osiride sorge dai morti, e il cupo Tifeo e' sconfitto.
Ancora una volta Apollo, con mira infallibile e con la sua freccia dalla faretra di luce, distrugge il serpente d'ombra. Questo e' il festival di Thor, di Baldur e di Prometeo.
Ancora una volta il Buddha per miracolo sfugge al despota di Madura, Zoroastro sventa il re, Bacco ride la rabbia di Cadmo, e Chrishna sfugge il tiran
no.
Questa e' la festa del dio Sole, e come tale lascia che la sua osservanza sia universale.
Questo e' il grande giorno della prima religione, la madre di tutte le religioni: il culto del Sole.
Il culto del Sole non e' solo il primo, ma il piu' naturale e piu' ragionevole di tutti. E non solo il piu' naturale e ragionevole, ma di gran lunga il piu' poetico, il piu' bello.
Il Sole e' il dio delle prestazioni, della crescita, della vita, di calore, di felicita', di gioia. Il Sole che tutto vede, tutto commisera, tutto ama.
Questo luminoso di Dio non conosceva l'odio, nessun rancore, non cercò mai di vendetta.
Tutte le qualita' del male erano nel petto del Dio delle Tenebre, ombra e notte. E allora mi ripeto: questa e' la festa della Luce. Questo e' l'anniversario del trionfo del Sole sulle schiere delle tenebre.
Confidiamo tutti nel trionfo della Luce - per diritto e per ragione - per la vittoria dei fatti sulla menzogna, della scienza sulla superstizione.

E cosi' sperando, celebriamo la festa venerabile del Sole!

(Robert Green Ingersoll – "The Agnostic Christmas" - 1892)

BUON NATALE!

sabato 12 dicembre 2009

Ritorno Rasna per la cooperativa Climax

La Valle dell'Insugherata e' un ampio parco che si estende tra la Via Trionfale e la Via Cassia, oggetto di lunghe diatribe prima di essere fortunatamente dichiarato Area Naturale Protetta. Un gruppo che si prende cura del parco e organizza iniziative a carattere ambientalistico e storico in loco e' la cooperativa Climax, la quale, grazie all'intervento dell'amico Stefano "Larth", ci ha contattati per un pomeriggio didattico presso la sede di una scuola materna in zona.

La giornata era splendida anche se piuttosto fredda, per fortuna l'evento si svolgeva all'interno, seppure senza ausilio di un qualche tipo di riscaldamento vista la giornata festiva.

Sono arrivata gia' nei panni di una nobildonna del VI-V secolo a.C., bardata con calcei repandi e tutulus regolamentari, e con l'aiuto immediato del rappresentante della Climax ho iniziato insieme a Larth ad allestire il nostro spazio, proprio nell'androne della scuola. Non disponendo di un'automobile troppo capiente, soprattutto avendo una forza fisica pari a quella di un bradipo morto, ho potuto portare con me solo alcuni oggetti basilari per la presentazione che comunque si sono dimostrati in seguito piu' che sufficienti. Una volta terminato l'allestimento sono stata raggiunta da Stefania "Larthia" e Sergio "Ecerie" che per l'occasione hanno impersonato il ruolo di una matrona e di un legionario romano, per dare ancor piu' continuita' alla storia. Infine si e' unito Simone "Etrurius", nella sua panoplia completa da guerriero di epoca villanoviana. Larth nel frattempo aveva allestito il suo banco, disponendovi materiale plastico e cartapesta ed invitato i numerosi bambini presenti a creare oggetti vari riconducibili alla cultura etrusca: perfino un elmo corinzio!


Bambini e genitori hanno ascoltato interessati la mia spiegazione, presentata in termini molto semplici, sulla quotidianita' degli Etruschi con particolare riferimento alla vita civile, all'alimentazione ed ai costumi. I vasi, i cibi ed alcuni testi in mostra mi hanno aiutata nell'esposizione e i bambini hanno molto gradito il pane sottile inzuppato nel miele, il castagnaccio (gentilmente offerto dalla signora di Larth!) ed alcuni assaggi di frutta secca. Gli adulti hanno invece posto domande in merito alla danza, alla musica, all'arte.


Poi ho passato la parola, presa con forza da bravo legionario, sbattendo il gladio sul tavolo, al nostro Ecerie (Aegerius Licius e' il suo alias Romano invece!) che ha introdotto alcuni passaggi di storia romana del I secolo dopo Cristo per poi concentrarsi sulla spiegazione di alcune tecniche usate dalle legioni dell'epoca nonche' sulle ragioni dell'aspetto e dell'utilizzo della sua armatura e delle sue armi.


"Larthia" ha intrattenuto il pubblico, specialmente le signore, parlando della vita lussuosa di una matrona romana ma anche dell'aspetto religioso rivestito da quelle donne che a quel tempo avevano la "fortuna" di essere accolte tra le vestali.

Simone ha concluso dando spiegazione a sua volta delle tecniche militari villanoviane e sottolineando le differenze tra il modo di combattere protoetrusco e romano.

Al di la' di questo poi le conversazioni sono proseguite su via personale ed ognuno di noi e' stato oggetto di ulteriori domande.

Non e' stato un pomeriggio faticoso ma ci ha scaldato il cuore il ringraziamento degli intervenuti e le belle parole di chi ha detto: "Ho capito molto di piu' con la vostra dimostrazione che accanendomi sui libri!". Son soddisfazioni.


Speriamo alla luce di questo eventi di poter collaborare ancora con la cooperativa Climax e organizzare futuri eventi nello splendido scenario della Valle dell'Insugherata dove sono sicuramente transitati Romani, Etruschi, Villanoviani e altri popoli e culture a ritroso nel tempo.

Alla prossima!


Tiu


Link alla pagina dedicata all'evento dalla cooperativa Climax QUI

Link alla pagina dedicata all'evento da Vignaclarablog.it QUI


giovedì 26 novembre 2009

IL SEPOLCRO DEI VEIENTI

Percorrendo la via Cassia dal centro di Roma in direzione Viterbo, poco prima dello svincolo per il G.R.A. si incrocia via di Grottarossa. Una delle sue strade traverse porta l'altisonante nome di via dei Veienti, nella zona che fu "Ager Veientanus", lungo la quale si apre un parco pubblico, detto anche "parco Papacci". Il parco, sul lato che affaccia sulla strada, conserva i resti di un sepolcro detto "dei Veienti" per il quale il sito della Sovraintendenza ai Beni Culturali del Comune di Roma cita: "L’edificio, costruito in conglomerato cementizio con scaglie di selce e blocchi di travertino, e' del tipo ad edicola con pianta rettangolare, a piu' piani di altezza. La cella cruciforme e' in opera quadrata di tufo e coperta da una volta a botte; sulle pareti si aprono le nicchie per le deposizioni. Il paramento esterno e' stato completamente asportato. Databile alla prima eta' imperiale ".

In effetti molto di piu' non si puo' dire, anche perche', oltre essere il rudere in stato di sostanziale abbandono, l'accesso diretto e' interdetto da un recinto di arbusti d'alloro piuttosto alto e che ne rende scarsa la già compromessa visibilità, specialmente della parte interna. Questo per certi aspetti è un bene poiche' la cella che si intravede tra i cespugli è stata scelta come abitazione di fortuna da un senzatetto con la conseguente esposizione di attrezzature e generi di conforto e rifiuti di varia natura.

Le foto da me scattate (tranne quella d’epoca in bianco e nero) riprendono il monumento al di fuori del parco: ho volutamente evitato di farne all'inquilino...

Tiu

lunedì 23 novembre 2009

Siamo stati alla mostra ""Etruschi e Fenici sul mare: da Pyrgi a Cartagine"

La giornata si prevedeva piuttosto fredda e nuvolosa. D'altra parte alla fine di novembre, molto di piu' non si poteva sperare. Tutto sommato pero' l'idea di stare al coperto, all'interno delle sale museali del complesso del Vittoriano, ci aveva convinti a non abbandonare l'impresa. Etrurius, sconfitto dall'influenza, ha purtroppo dovuto rinunciare ad essere della partita ma in quattro (cinque con l'operatore!) abbiamo comunque fatto la nostra figura. Ovviamente all'inizio siamo stati guardati con sospetto e curiosità, scambiati un po' forse per i numerosi figuranti in costume romano che spesso vagano per le vie del centro storico racimolando qualche soldo in cambio di una fotografia.
Quando siamo entrati alla mostra, peraltro gratuita, era in corso un intervento del maestro orafo Aldo Ferdinandi. Davanti a lui una piccola folla seduta, formata anche da molti bambini, assisteva interessata alle sue spiegazioni sull'arte orafa degli Etruschi. Uno schermo alle sue spalle poi ingrandiva gli esempi in tempo reale di ricostruzione sperimentale delle antiche tecniche usate. Abbiamo cosi' assistito anche ad una prova di granulazione, procedimento sottile e delicatissimo in cui gli Etruschi eccellevano. Il maestro ha illustrato gli elementi usati per le varie tecniche di lavorazione dell'oro e al di la' dei vari composti chimici che si trovavano in natura a quei tempi, un elemento tra gli altri sembrava avere molta importanza tra i collanti per saldare l'oro: oltre a minerali come ad esempio la crisocolla si faceva uso anche dell'urina. Un particolare simpatico che non sempre si trova sui libri dedicati e’ che gli Etruschi, amanti della musica, approfittavano per farne in ogni occasione. Sicche’ persino gi orecchini delle signore venivano dotati di una piccola sfera al loro interno in modo che tintinnassero graziosamente ogni qualvolta il capo venisse mosso. Purtroppo parte della spiegazione in questo senso verteva giustamente su terminologie e nozioni di chimica quindi, essendo totalmente digiuna in proposito, mi resta difficile riproporle qui. Per il resto ci ha parlato delle raffinate tecniche anche di incisione, dei restauri su gioielli antichi da lui effettuati con la conseguente scoperta di metodi di lavorazione a volte talmente semplici ed ovvii da non essere presi in considerazioni per poi invece rivelarsi quelli piu' efficaci! Ha sempre e comunque encomiato la bellezza indiscussa dei gioielli etruschi e la sapienza degli artigiani orafi del tempo, rimarcando che durante l'Impero Romano non e' mai stata piu' raggiunta la stessa maestria e raffinatezza nei gioielli.

La mostra in se', lo indica il nome stesso, in realta' non era altro che quella che solitamente si trova in pianta stabile al Castello di Santa Severa, sul litorale a nord di Roma. Non sono esposti dei reperti archeologici ma degli esempi di ricostruzione per quel che riguarda la marineria dell'epoca: modellini di navi, spaccati di chiglie, anfore ed ancore in esposizione. Sicuramente interessante ma ben poca cosa rispetto all'intervento del Ferdinandi.

Quanto a noi in parecchi hanno chiesto chi fossimo e come mai eravamo vestiti in quel modo: in fondo in giro per Roma semmai si vedono appunto personaggi vestiti da antichi Romani, non certo da Etruschi! Anche gli organizzatori della mostra hanno chiesto informazioni non solo su di noi ma ad esempio sulla realizzazione dei nostri costumi e sui nostri progetti. Come al solito Ecerie (il nostro "omo antico") ha riscosso un certo successo, vista la sua fisionomia che si presta bene all'interpretazione iconografica di un uomo di tanti secoli fa.

Le foto che abbiamo scattato per l'occasione sono qui di seguito, basta che lasciate scorrere il quadro!

Tiu

mercoledì 11 novembre 2009

MISSIONE IMPOSSIBILE: INFILTRATA ALL'UNIVERSITA'


Per chi come noi di questo gruppo, ha un interesse particolare per un periodo storico, è importante cercare di approfondire in ogni modo la conoscenza del periodo in questione, sia per un arricchimento personale, che per una coerenza verso chi assiste alle ricostruzioni che poi vengono messe in opera.
A questo scopo si ricorre a libri, internet, musei e quanto di solito viene messo a disposizione. Sfruttando la mia vicinanza con la sede della Sapienza, io ho voluto provare anche l'ebbrezza dell'università.
Con santa pazienza mi sono messa al lavoro su internet ed ho cercato tempi ed orari delle lezioni che riguardassero la materia a noi tanto cara: etruscologia.
Sono stata anche fortunata poiché partiva un corso di etruscologia proprio in quei giorni. Certo, la possibilità di iscriversi all'università per un bel corso di archeologia sarebbe favolosa, ma fuori dalle possibilità socio economiche di chi scrive e quindi mi sono intrufolata cercando di non darlo troppo a vedere.
Alle nove di mercoledì mattina quindi, mi sono presentata all'aula Odeion del museo di storia classica della Sapienza e mi sono seduta tranquilla, mentre attorno a me persone di varie età discorrevano tra di loro in gruppetti. La prima cosa di cui mi sono resa conto è stata di sentirmi un pesce fuor d'acqua, sensazione anche più chiara quando è arrivata la professoressa in carica esordendo: “Ci si vede di fronte alla porta del museo di archeologia Italia”. Per tutta risposta gli studenti hanno semplicemente preso le loro cose per poi avviarsi verso il luogo dell’appuntamento, mentre io non sapevo nemmeno che esistesse praticamente un museo dentro al museo.
Mi sono accodata con nonchalance, esternando una calma e una sicurezza che ero abbastanza lontana dal provare. Detto tra noi, spero che le mie occhiate rapite su alcuni dei reperti esposti siano state ignorate altrimenti l'impressione di estraneità sarà stata anche loro oltre che mia!
La lezione è stata tenuta dalla professoressa Gilda Bartolotti, donna non giovanissima ma decisa e competente, che ha iniziato subito esibendosi in un’attenta disquisizione sullo scavo in corso a Veio e sul rapporto che incorreva tra Veio e Roma, di fatto estremamente conflittuale che portò comunque alla fine della città etrusca e ad una vittoria schiacciante di Roma.
Da qui mi sono sentita un po’ persa dal momento che non era esattamente quello che mi aspettavo “frequentando” un corso base. Quello che viene detto è estremamente interessante, ma mi mancano le basi; non riesco a seguire i riferimenti che gli altri studenti, chiaramente tutti al secondo o terzo ciclo, a questo punto non so nemmeno io, sanno già. La cosa si complica quando la professoressa comincia a fare riferimenti a scavi effettuati o studi precedenti lasciandomi perplessa a pensare che mi sarebbe piaciuto aver fatto parte di tante esperienze.
Alla fin fine comunque sono riuscita a conoscere delle interessanti notizie sulla riscoperta di Veio come centro etrusco dal 1850 circa, sul fatto che al momento sono in corso degli scavi in località Pian di Comunità che mirano a provare la presenza in quel sito di scavo del tempio di Giunone Regina che si suppone essere stato estremamente attivo in Veio nel VII-VI sec. a.C.
Soprattutto ho potuto avere accesso ai titoli di alcuni libri estremamente interessanti e consigliati che vi elenco di seguito nel caso anche voi vogliate cimentarvi:

"Etruscologia", Pallottino, ed. Hoepli, Milano, 1983 –  (il prezzo si aggira sui 36 euro, ma su alcuni siti on line si trova anche un poco scontato).

"Introduzione allo studio dell’Etrusco", Cristofani M. Firenze 1991 (questo costa sui 23 euro e per il momento pare lo vendano scontato).

"Etruschi. Le antiche metropoli del Lazio", Torelli M. e Moretti A.M. Electa Milano 2008 (sui 40 euro ma non credo sia indispensabile come inizio).

"L'abitato di Veio: fosse cisterne e pozzi", di G. Bartoloni, ed. Iuno (libro scritto dalla docente, prezzo medio 45 euro).

"La cultura villanoviana, all'inizio della storia Etrusca", di G. Bartoloni, ed. Carocci (costa solo 19 euro e che quindi è tra i più accessibili).

Per tirare le somme di questa esperienza di infiltrata universitaria, mi sono accorta di aver praticamente sbagliato corso, visto che ne esiste sì uno base, ma tenuto in una località per me non altrettanto comodamente raggiungibile. E’ quindi improbabile che riesca a seguire, fosse anche come infiltrata. Ma è stato bello, appassionante e magari all’occasione potrei partecipare ad altre lezioni, nonostante la mancanza delle basi che mi sarebbero utili per comprendere meglio questo corso avanzato.
Alla prossima missione dell'infiltrata Thanachvil!
Per chi, come i membri di questo gruppo, ha interesse per un particolare periodo storico, e' importante cercare di approfondirne in ogni modo la conoscenza, sia per cultura personale sia per coerenza verso chi assiste alle ricostruzioni che poi sono messe in opera. A questo scopo si ricorre a libri, dispense, siti internet, musei e tutto quanto si riesca a reperire.
Sfruttando la vicinanza con la sede dell'Universita' La Sapienza, ho voluto provare anche l'"ebbrezza" dell'ateneo. Con molta pazienza ho cercato su internet un calendario delle lezioni che riguardassero la disciplina a noi tanto cara: etruscologia. Sono stata piuttosto fortunata, visto che un corso attinente iniziava proprio in quei giorni. Tra parentesi, la possibilita' di frequentare all'universita' un buon corso di archeologia sarebbe favolosa, ma fuori delle disponibilita' socio-economiche di chi scrive. Prendendo il coraggio a due mani allora ho deciso di calarmi nei panni dell'infiltrata cercandi di attirare il meno possibile l'attenzione.
Alle nove di mattina, mi sono presentata nell'aula Odeion del museo di storia classica della "Sapienza" ed ho preso un posto disponibile, mentre attorno a me persone di diverse eta' discorrevano tra loro in piccoli gruppi.
Ci si rende conto quasi subito di essere un po' un pesce fuor d'acqua, situazione anche piu' evidente quando arriva la docente che comunica: "Ci vediamo di fronte alla porta del museo di archeologia Italia", con i presenti che, evidentemente abituati, prendono le loro cose e si avviano. Io non sapevo nemmeno che esistesse un museo dentro al museo invece! Va beh...
Ho seguito la classe a
mia volta, esternando una sicurezza che ero ben lungi dal provare. Spero che le mie occhiate rapite su alcuni dei reperti esposti siano passate inosservate altrimenti l'impressione di estraneita' sara' stata anche loro oltre che mia!
La lezione e' stata tenuta dalla professoressa Gilda Bartolotti, donna matura ma decisa e competente, che ha iniziato subito producendosi in un'attenta disquisizione sullo scavo in corso a Veio e sul rapporto che incorreva tra Veio e Roma: rapporto estremamente conflittuale che portò alla fine ad una vittoria schiacciante di Roma. Qui sono iniziati a venirmi seri dubbi: non era esattamente quello che mi aspettavo, speravo piu' in un corso che spiegasse i concetti base, i rudimenti dell'etruscologia. Certo, l'argomento trattato era di sicuro appassionante, ma mancandomi le basi non sono riuscita a seguire i riferimenti che gli altri, avanti negli studi, conoscevano gia'. Specialmente quando la docente diceva qualcosa come: "Voi avete gia' scavato in quel posto, con la tale professoressa...", ed io pensavo, "Magari! Sarebbe piaciuto anche a me!".
Al di la' di queste considerazioni, ho messo insieme delle importanti notizie sulla riscoperta di Veio come centro etrusco nel 1850 circa e sul fatto che al momento sono in corso degli scavi in localita' Pian di Comunita' che mirano a provare la presenza in quel sito del tempio di Giunone Regina (che si suppone essere stato parecchio attivo in Veio nel VII-VI secolo a.C.). Soprattutto ho potuto avere accesso ai titoli di alcuni libri consigliati che elenco di seguito, nel caso qualcuno di voi vogliate rischiare questa immersione, vista la mia impossibilita' di frequentare:
"Etruscologia", Pallottino, Hoepli, Milano, 1983 – parte I, (il prezzo si aggira intorno ai 36 euro, ma su alcuni siti on line si trova anche
un poco scontato, vedete voi);
"Introduzione allo studio dell’Etrusco", Cristofani M. Firenze 1991, (questo costa intorno 23 euro e per il momento non ho trovato siti che lo vendano scontato);
"Etruschi. Le antiche metropoli del Lazio", Torelli M. e Moretti A.M. Electa Milano 2008, (questo e' il piu' caro, 40 euro circa, ma non credo sia indispensabile come inizio);
"L'abitato di Veio: fosse cisterne e pozzi", ed. Bartoloni, (e' un libro, scritto peraltro dalla professoressa Bartolotti, che non ho idea di dove trovare. Indagherò).
La docente tra l'altro ha collaborato a varie pubblicazioni, i cui prezzi superano i 100 euro. Una su tutte: "La cultura villanoviana, all'inizio della storia Etrusca", ed. Carocci, che costa solo 19 euro.

Per tirare infine le somme di questa esperienza universitaria, mi sono resa conto di aver confuso corso... ma non per questo di essere tornata a casa con le pive nel sacco, e le foto lo dimostrano. In effetti esisterebbe anche un corso di base, ho poi scoperto, ma si tiene in un luogo di Roma per me non altrettanto facilmente raggiungibile. Ne consegue che sia improbabile che riesca a seguirlo, fosse anche in un'altra sortita come infiltrata.

Tutto pero' e' stato sicuramente piacevole ed istruttivo e all'occasione cerchero' di seguire altre lezioni, sebbene mi senta ancora, come si suol dire dalle mie parti, "zoppa da un piede", per la mancanza appunto delle nozioni generiche.
Spero solo di avere la possibilita', in differenti tempi e modi, di apprendere altre cose interessanti sui nostri Rasna.


Detto questo rimando i lettori alla prossima missione accademica!

Thanachvil

domenica 25 ottobre 2009

Prima uscita del gruppo "Ritorno Rasna" - Castel Sant'Elia (VT) - 18 ottobre 2009

Il Gruppo EtruscoA.C. Ritorno Rasna” ha fatto la prima apparizione in quel di Castel Sant’Elia, ridente paesino nelle vicinanze di Nepi, in pieno agro di Sutri, territorio che fu per lungo tempo nostro e sul quale abbiamo lasciato numerose vestigia. La storia poi come sappiamo, prese vie traverse e il tutto entrò inesorabilmente sotto l’egemonia di Roma.
Di soppiatto però, lo spirito Rasna non è mai stato spento del tutto e cova scintille sotto la cenere pronto ad esplodere come uno spettacolare, luminoso ed indomabile fuoco. (vabbè, forse ho esagerato un po’…)
Eravamo sei (poi si è aggiunto un dissidente latino) giovani e forti e… siamo risorti!
Nella foto, da sinistra a destra: Thanaquil, Stefi, Tlesna, Tatia e Tiu
Così all’improvviso leggiadre pulzelle etrusche supportate dall’uomo col cappello a punta ed il fulgurator (che non si vede perché impegnato appunto ad utilizzare le folgori del flash per fare le foto)...
...hanno fatto irruzione nell’accampamento romano, dove i milites (Legio XI e Legio X) avevano alloggiato dalla notte precedente sfidando il freddo e le intemperie, impegnati in una battaglia all’ultimo sangue… ehm all’ultima salsiccia alla brace…
…contro i Celti (gruppo Evropantiqva e per l'occasione membri di vari gruppi celtici tra i quali i Fianna ap Palug) che vediamo piuttosto agguerriti…
Secondo la buona usanza Rasna, non ci siamo presentati a mani vuote ma abbiamo offerto alcune ricette attinenti alla tradizione mangereccia nostrana che sono state molto gradite sia dai legionari ("ammazza ‘o quanto magnano!")… che da piccoli e graditi ospiti occasionali.
L’appuntamento alla prossima avventura…

Tatia

giovedì 1 ottobre 2009

Breve sunto di Storia Ertusca

Le origini del popolo Etrusco si perdono nelle nebbie di una storia che ha purtroppo fatto arrivare sino a noi niente più che poche prove materiali, in genere legate alla sfera della morte, e quindi non propriamente realistiche, ma in qualche modo idealizzate. Ma da dove veniva questo popolo evoluto e civile? Erodoto, uno storico greco del V secolo a.C., sostenne che la loro provenienza fosse da ricercare sulle coste della Lidia, una lontana regione dell’Asia, in seguito ad una grande carestia che costrinse una parte della popolazione, sotto il comando del principe Tirreno, a cercare nuove terre che potessero sostenerla. Per altri, compreso Dionigi di Alicarnasso, sarebbero una stirpe autoctona sviluppata nella regione che ancora oggi ne porta il nome. I moderni propendono per una terza tesi che individua la loro provenienza nel Mediterraneo Orientale, dall’unione di gruppi portatori di civiltà e tecniche evolute che si fusero nel X secolo a.C. con la popolazione italica, dando vita ad una nuova civiltà.

Fioriti veramente dall’VIII-VII secolo a.C., gli Etruschi rappresentano forse l’unica civiltà dell'Italia dell'epoca con abbastanza energia da intraprendere una pratica espansionistica spinti da crescita economica e volontà di dominio, ed incontrando una resistenza quasi nulla sul territorio. Tanto che già nel VII-VI sec. a.C. gli Etruschi erano arrivati a coprire un’area che comprendeva tutto il centro Italia dalla Pianura Padana al nord della Campania, e forse anche più giù.

La loro attività commerciale sul mare giunse in quasi tutto il Mediterraneo, entrando in competizione, e non sempre in maniera pacifica, con le altre popolazioni presenti nello stesso bacino, in particolare i Greci ed i Fenici, che si vedevano privare di porti e zone di commercio che erano oramai stabili da tempo.

Purtroppo una grossa pecca della società degli Etruschi fu quella di non avere al suo interno una forte identità nazionale. Nonostante la stretta collaborazione che legava spesso le città stato rette da lucumoni, tanto che le città si riunivano in gruppi di dodici per discutere nuove imprese ed eleggere dei rappresentanti, in definitiva ogni città decideva per suo conto leggi, impegni politici ed economici, e questo alla lunga li portò alla rovina.

Il massimo dello sviluppo culturale e militare si ebbe all’incirca nel VI sec. a.C. quando riuscendo ad annettere anche la Corsica, divennero i signori incontrastati del mar Tirreno.
Alleandosi con le popolazioni Cartaginesi, per lungo tempo gli Etruschi riuscirono a tenere sotto controllo l’espansione delle colonie greche, ma dopo il V sec. a.C. ci furono dei radicali cambiamenti che videro passare nelle vene delle colonie greche quella inarrestabile spinta alla crescita che prima aveva caratterizzato la popolazione Etrusca, mentre quest’ultima, giunta all’apice della sua parabola di crescita e sviluppo soffriva di una staticità passiva, sia a livello politico che culturale.

Anche nel Lazio era sorto un nuovo pericolo: la città di Roma, un tempo dominata da una dinastia etrusca, si era resa indipendente ed aveva cominciato una propria politica espansionistica.

L’inizio della parabola discendente degli Etruschi, popolazione tanto evoluta e raffinata, iniziò all’incirca nel 474 a.C., quando i Greci, guidati dalla città di Siracusa, sconfissero di fronte alla colonia greca di Cuma la flotta etrusca, aprendo la strada a saccheggi e pirateria, per poi prendere il controllo definitivo del mar Tirreno. Fiaccate dalla continua lotta contro l'astro nascente di Roma, che spingeva per ottenere sempre nuovi territori, anche a livello della terra ferma le cose per le città etrusche non andavano per il meglio. Le popolazioni campane cominciarono una rapida riconquista della proprie terre, mentre dal nord scendevano le popolazioni celtiche provenienti d’oltre alpe.

Già attorno al IV sec. a.C. la prima fiorente potenza commerciale e militare dell’Etruria, si era ridotta a citta' arroccate all’interno delle loro mura per difendere i loro territori nell’originaria Italia centrale. Circa nel 390 sec. a.C., con la conquista di Veio da parte di Roma, si ha l'inizio di una forte crisi economica e sociale da cui gli Etruschi non riuscirono a sollevarsi mai più; quando infine le popolazioni galliche giunsero a premere sui confini dei territori di Roma e di quello che restava dell'impero Etrusco, fu normale l'unione delle forze per combattere l'invasione.

Perdendo l’indipendenza politica si concludeva così la storia di un popolo che per secoli era stato il padrone incontrastato del suo territorio e la cui cultura per tutto il tempo rimase profondamente impressa nella storia della Roma conquistatrice.

SCHEMA CRONOLOGICO DELLA STORIA ETRUSCA (computo approssimativo redatto dall'Istituto Cavour)

900-750 a.C. Circa - Sviluppo di villaggi Etruschi nell'area dell'odierna Toscana.

750-600 a.C. - Le colonie greche, loro principali partner commerciali, esercitano forte influenza nello sviluppo delle nuove urbanizzazioni Etrusche.

616 a.C. - Tarquinio Prisco diventa il primo Etrusco a comandare su Roma

550 a.C. - Fondazione di alcune città nella pianura Padana e espansione verso la Campania.

535 a.C. - Il controllo della Corsica segna il punto più elevato dell'espansione Etrusca.

509 a.C. - La caduta della dinastia Tarquinia in Roma segna l'inizio del declino della civiltà Etrusca.

396 a.C. - Il Sacco di Veio, dopo un assedio decennale, sancisce la fine della lunga guerra con Roma. Alcune Lucumonie restano indipendenti.

265 a.C. - Capitolazione di Velzna, ultima città etrusca ad arrendersi allo strapotere romano.

90 a.C. - Dopo secoli di declino, gli Etruschi diventano cittadini romani a tutti gli effetti.

Thanacvil